PILLOLE DI STORIA
A pochi chilometri da Palermo, Monreale si inerpica sul Monte Caputo dominando la valle dell’Oreto e la Conca d’Oro. La cittadina fondata dai Normanni su un preesistente insediamento arabo è oggi il più importante centro turistico della provincia. La sua storia inizia con la costruzione della cattedrale.
La leggenda racconta che, stanco dopo una battuta di caccia, Guglielmo II si addormentò sotto un carrubo sognando la Madonna che gli svelava il nascondiglio di un tesoro. Fece scavare sino a trovare un ricchissimo tesoro e diede così inizio alla costruzione della nuova chiesa che avrebbe meravigliato il mondo.
Gli storici hanno dato una diversa lettura osservando come, nella Sicilia tornata alla cristianità con l’arrivo dei Normanni, presto comincia la lotta per il potere. Si formano due partiti, i baroni e l’arcivescovo di Palermo si schierano contro il re e il papa alleati tra loro: il risultato è la costruzione di un imponente complesso dedicato alla Madonna proprio alle porte di Palermo, sarebbe stato il sovrano a portare gli uomini per popolare e difendere la città di nuova fondazione. Il miracolo dell’edificazione del Duomo è presto compiuto, le maestranze bizantine, arabe e latine creano uno degli esempi più alti dell’arte arabo-normanna e per officiarne i riti vengono chiamati i benedettini da Cava dei Tirreni. La nuova chiesa sarà il mausoleo degli Altavilla: Guglielmo I e Guglielmo II, padre e figlio, sono sepolti uno vicino all’altro nella navata destra.
L’abbazia di Monreale viene arricchita con molti possedimenti, un privilegio del 1182 redatto nelle tre lingue della cancelleria reale – il latino, il greco e l’arabo – definisce il suo territorio e la dichiara signora di 72 feudi: anche se buona parte delle terre è in mano ai saraceni, e soltanto dopo una lunga crociata interna e una lenta ripopolazione arriveranno a fruttare rendite e diritti. Nel 1183 papa Lucio III le concede la dignità di chiesa metropolitana.
Circondata da mura dove si alternano 12 torri, l’abbazia è una cittadella fortificata e nel lungo medioevo è la più potente fra le signorie ecclesiastiche siciliane. Più che ai modelli abbaziali cluniacensi può ricondursi alle moschee delle città islamiche: dalle absidi rivolte a Oriente all’architettura del Chiostro, la cattedrale di Monreale ci racconta di una Sicilia multietnica ma non pacificata, dove l’elemento latino lentamente prevale.
Sino al 1812, anno in cui in Sicilia viene abolita la feudalità, Monreale mantiene il rango di signoria ecclesiastica. È una piccola teocrazia, l’Arcivescovo è al contempo Signore spirituale e temporale con facoltà di amministrare la giustizia.
Grazie al prestigio e alla ricchezza della sua mensa arcivescovile, soprattutto nei primi secoli la diocesi di Monreale ha visto il succedersi di arcivescovi appartenenti alle più importanti famiglie della cristianità.
Alcune date
nel 1172 iniziano i lavori;
nel 1174 papa Alessandro III dichiara Monreale non soggetta alla giurisdizione degli arcivescovi di Palermo;
nel 1183, il 5 febbraio, con la bolla “Licet Dominus” papa Lucio III la eleva al rango di diocesi metropolitana, sue suffraganee sono le diocesi di Catania e Siracusa;
nel 1590 l’arcivescovo Ludovico II de Torres istituisce il seminario diocesano;
nel 1775, il 7 luglio, l’arcidiocesi di Monreale viene unita a quella di Palermo su richiesta del re Ferdinando III di Sicilia;
nel 1802, il 2 marzo, con la bolla “Imbecillitas humanae mentis” papa Pio VII ripristina Monreale come sede arcivescovile;
nel 1937 Monreale cede le parrocchie di rito bizantino a vantaggio della diocesi di Piana dei Greci (oggi eparchia di Piana degli Albanesi);
dal 2 dicembre 2000 Monreale non è più sede metropolitana ed entra a far parte della provincia ecclesiastica dell’arcidiocesi di Palermo; mantiene la qualifica di Arcidiocesi in virtù degli oltre otto secoli in cui è stata sede metropolitana. La sede è attualmente retta dall’arcivescovo Gualtiero Isacchi, nominato il 28 aprile 2022.
Lo stradone di Mezzomonreale fu tracciato nel 1583 dal viceré Marcantonio Colonna, che aveva così prolungato l’asse del Cassaro fino al villaggio della Rocca, ai piedi di Monreale, facendone anche la prima strada pubblica alberata…
L’arcivescovo di Monreale era signore spirituale e temporale della sua diocesi, che era la più grande e ricca diocesi di Sicilia: al momento della fondazione la chiesa fondata dal normanno Guglielmo II aveva ricevuto ben 72 feudi e osservare alcuni momenti di una storia così importante ci permette di conoscere meglio le nostre radici…
La storia di Monreale è intrecciata a quella di due illustri monrealesi, il poeta Antonio Veneziano e il pittore Pietro Novelli…