LE FONTANE DI MONREALE
Se arriviamo a Monreale da Palermo percorrendo il lungo stradone di Mezzomonreale (oggi si chiama Corso Calatafimi), quando arriviamo alla Rocca e ci inoltriamo nella strada-monumento dell’arcivescovo Testa la prima fontana che occupa la prima curva a gomito è la Fontana del Pescatore: in elegante marmo bianco e pietra, è considerata una delle più felici realizzazioni dello scultore Ignazio Marabitti. All’interno della vasca poligonale è collocato uno “scoglio” in pietra dove, sostenuti da una grande conchiglia, tre putti giocano con dei pesci; su un altro scoglio, un putto tiene in mano una canna da pesca. Su una lapide sono incisi dei versi che invitano i passanti a dissetarsi e godere dell’ombra.
A circa metà strada dopo la curva a emiciclo si incontra la Fontana del Drago, la più monumentale, anch’essa di Ignazio Marabitti e così chiamata in onore del drago che, spuntando da sotto le rocce, mette in fuga i fanciulli che si arrampicano sul monte.
Con il suo profilo piramidale la fontana riproduce uno schema già presente nel Seicento palermitano: il drago è metafora delle tenebre destinate ad essere sconfitte; la conchiglia in primo piano è simbolo di Palermo, fertile “conca d’oro” che accoglie le acque versate dal fiume Oreto.
Procedendo verso Monreale incontriamo la Fontana ad Emiciclo, incassata nella montagna e costituita da un’edicola centrale dove, nella roccia risistemata come se fosse naturale, è inserita una composizione artistica da cui sgorga l’acqua che poi scende in una vasca abbellita con fregi. La fontana è fiancheggiata da una panca appunto ad emiciclo, sulla spalliera ci sono decorazioni ormai sbiadite.
Alla fine della strada-monumento e sotto il grande Albergo dei poveri realizzato dall’arcivescovo Balsamo, sempre sulla destra troviamo la Fontana dell’Arpia risalente al 1665, realizzata su commissione dell’arcivescovo Ludovico Los Cameros: è racchiusa in una nicchia su cui è posta una lapide con tre stemmi, deve il suo nome a un’arpia posta sul sostegno della piccola vasca, scolpita frontalmente e con le ali spiegate.
Al centro della Piazza Vittorio Emanuele ecco la Fontana del Tritone: di forma circolare, ha vasca in marmo e al suo centro è collocata una scultura di Mario Rutelli datata 1881: raffigura un uomo, il “Tritone”, che sugli scogli lotta e vince la furia dei draghi emersi dalle acque.
All’interno del Chiostro dei benedettini, in uno spazio quadrato delimitato da arcate si trova la suggestiva Fontana del Chiostro, chiamata anche del Re perché secondo una leggenda Guglielmo II veniva qui a rinfrescarsi. Ha stile moresco, è rialzata da terra ed è costituita da un’ampia vasca circolare: al suo centro si innalza un fusto di palma stilizzato che sorregge un bocciolo sferico, dove sotto larghe foglie si alternano facce umane e leonine da cui sgorga l’acqua.
La “Fontana dell’Antivilla” si trova all’interno del Complesso Guglielmo II, addossata a un muro del vecchio Convitto Guglielmo, in quella che viene comunemente chiamata “Antivilla”. Sembra che sia stata realizzata con i materiali di un antico sarcofago romano; nella parte superiore vi sono scolpite due teste metà uomo e metà animale, al centro c’è il sigillo della Chiesa di Monreale.
La Fontana del Belvedere si trova al centro dell’omonima Villa, nel complesso monumentale a cui si accede da Piazza Guglielmo II. L’opera originale era stata realizzata durante il periodo fascista da un unico blocco di cemento armato e graniglia; verso la fine degli anni 70’ è stata sostituita dall’attuale fontana di forma circolare in stile moderno.
La Fontana della Collegiata è stata costruita su commissione dell’Arcivescovo Girolamo Venero nel XVII secolo, si trova all’inizio di via Umberto I e ai piedi dell’omonima chiesa. Ha vasca rettangolare ricavata da un unico blocco di marmo, poggia su un basamento anch’esso rettangolare. Anticamente sopra la fontana era collocata una lapide.
La Fontana del Pozzillo è sottomessa rispetto al livello stradale, è la fontana “del piccolo pozzo” e dà nome al quartiere. Fu costruita nel 1630 per volere dell’arcivescovo Ludovico Torres. In alto ha forma di cupola in pietra calcarea e marmo: l’acqua esce dalla bocca di due testine di putto in bassorilievo e si raccoglie nella piccola nicchia a semicerchio a cui portano dei gradini. Sopra la cupola è sistemato uno stemma arcivescovile.
La Fontana dell’Arancio si trova al centro di piazza Matteotti, meglio nota con il nome di piazza Arancio perché in epoca normanna c’era un aranceto.
La fontana è di epoca fascista e di fattura molto semplice: è in marmo grigio, ha vasca di forma circolare nel cui centro si erge una colonna con scanalature senza capitello che ricorda lo stile dorico. All’esterno della vasca è scolpito lo stemma del comune di Monreale.
In via Ludovico Torres, addossata alla parete di quella che un tempo era la cinta muraria dell’attuale Complesso Guglielmo, è situata la Fontana di via Torres che da molti anni non versa acqua, composta da una vasca di pietra di forma semicircolare sorretta da una colonna e sormontata da una maschera in terracotta di fattura recente.
La Fontana delle acque nuove, realizzata nel secondo Settecento dall’arcivescovo Testa oggi è in desolante rovina ma era la fontana più importante della parte alta del paese, dove non esistevano sorgenti e l’acqua veniva portata con un ingegnoso sistema di ingegneria idraulica
La fontana “O Canali” un tempo era nel grande podere delle monache benedettine che si estendeva a valle del paese e verso le campagne. Era adoperata anche come pubblico lavatoio
In via del Carmine si trova ancora oggi una fontana che gli abitanti indicano come la Fontana del Carmine risalente al 1620: ha vasca in marmo di forma concava è sorretta da un piedistallo e in alto, nel muro dove è addossata, esiste ancora la lapide che riporta la data della sua costruzione.
La Fontana dello Spasimo si trova in fondo a via Venero, un tempo era molto vicina alla cinta muraria voluta dall’arcivescovo Girolamo Venero. E’ stata realizzata nel 1660 ed è formata da una modesta vasca semicircolare addossata alla parete; è sormontata da due lapidi marmoree e da stemmi. Il nome “Spasimo” rimanda alle sentenze della corte vescovile lì eseguite.
Fuori dall’abitato, in via Pietro Novelli alta si trova la Fontana dell’Abbiviratura. E’ stata realizzata in epoca fascista, era un abbeveratoio per gli animali e ha stile molto semplice, attraverso due tubi in ferro l’acqua scorre in una vasca sottostante di forma rettangolare. Durante la festa del Crocifisso questa fontana segna la tappa della processione più lontana dalla chiesa della Collegiata, verso le campagne.
Il Duomo di Monreale è una meraviglia architettonica di stile romanico-latino-normanno-bizantino: è semplice, maestoso e severo. Racchiude una grande profusione di ricchezze, i mosaici su fondo d’oro avvolgono la fabbrica interna per più di seimila metri quadrati…
Il Chiostro dei Benedettini era parte del convento ed è uno dei chiostri più importanti dell’area mediterranea, è il cuore di tutto il complesso abbaziale ed è un esempio bellissimo di architettura bizantina in Sicilia.
A partire dalla fine del Cinquecento nei vari quartieri di Monreale fioriscono chiese e cappelle che esprimono la devozione religiosa e anche l’impegno caritatevole di Confraternite religiose e laiche. Gli edifici utilizzano i canoni architettonici del Barocco…
Nella Historia della chiesa di Monreale, pubblicata nel 1596 dall’arcivescovo Ludovico II Torres con lo pseudonimo di Gian Luigi Lello – suo segretario personale – leggiamo che Monreale era divisa in quattro parti. La prima e più antica, il Pozzillo, prendeva nome dall’acqua che scorreva…
Il primo nucleo della biblioteca “Santa Maria La Nuova” risale all’arrivo dei monaci che ricevettero molti privilegi da Guglielmo: fra le altre cose, l’abate fu elevato a dignità di arcivescovo e l’abbazia ebbe “libris et sacris vestibus argento et auro”…