LE CHIESE
A partire dalla fine del Cinquecento, nei quartieri di Monreale chiese e cappelle che ospitano le diverse confraternite laiche e religiose si rifanno allo stile barocco. La cittadina normanna diversifica e arricchisce il suo tessuto monumentale, anche grazie al suo ruolo politico. Monreale è infatti la capitale di un piccolo stato teocratico dove l’arcivescovo detiene il potere religioso e quello civile: adesso la città punta a realizzare un profilo dove, come rifletterà l’arcivescovo Francesco Testa nella seconda metà del ‘700, le qualità indispensabili sono “magnificenza e decoro”.
CHIESA DI MARIA SS. DEGLI AGONIZZANTI (via S. Maria la Nuova, angolo Piazza Guglielmo II)
Edificata alla fine del ‘400 di fronte al Duomo, su un preesistente edificio interno al complesso fortificato, è un gioiello dell’arte barocca; venne costruita per iniziativa della Compagnia del SS. Sacramento e nel muro esterno ingloba una delle torri dell’originario sistema difensivo normanno. Ha navata unica e altare rivolto ad Oriente. L’attuale collocazione dell’ingresso è dovuta alla presenza della “strada delle processioni” realizzata a fine ‘500 dall’arcivescovo Torres, su cui si affaccia.
L’interno è decorato in elegante stile barocco: putti, ghirlande e statue allegoriche vengono attribuiti a Procopio Serpotta.
CHIESA DEL SACRO CUORE (via Palermo, 13)
Costruita per iniziativa dell’arcivescovo Alessandro Farnese che ne affida la cura ai Gesuiti: siamo all’indomani del Concilio di Trento, il nuovo Ordine è presente a Monreale dal 1552 e il Collegio per l’educazione dei giovani si rivolge alla diocesi arrivando ad avere 240 alunni. La chiesa ha pianta a croce greca, ha attraversato varie vicissitudini ma è stato restaurata e riaperta al culto nel 2000. Dal 2019 è chiesa capitolare sede dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme.
CHIESA DI SANT’AGATA DEL MONTE (via Palermo, 30)
Prende il nome dalla Compagnia del Monte di Pietà, che col consenso dell’arcivescovo Farnese la fonda nel 1565 accanto alla chiesa di San’Onofrio. All’esterno mostra un profilo molto semplice, con un portale in pietra locale sormontato da una nicchia. E’ stata ampliata già nel 1592, inglobando la chiesa dell’ospedale quattrocentesco di San Sebastiano e la Cappella del Rosario. All’interno, riccamente decorato con stucchi della scuola di Giacomo Serpotta; quattro cantorie in legno con decorazioni in oro si possono ammirare nell’area del presbiterio e del transetto. Attualmente chiusa per lavori di restauro.
CHIESA DI SAN GAETANO (via Fontana del Drago, 101)
Fondata dall’arcivescovo Benedetto Balsamo nella prima metà dell’Ottocento, si trova in piazza Vittorio Veneto ed è tra le chiese più recenti e meno conosciute di Monreale. Ha un impianto molto semplice, la facciata neoclassica è in pietra non intonacata e l’interno presenta una sola navata. Anche questa chiesa ha attraversato varie vicissitudini, è stata sconsacrata nel 1930 e durante la Seconda guerra mondiale è stata adoperata come base militare dai soldati Alleati. E’ stata restaurata nel 1989, attualmente non è aperta al culto.
CHIESA DEL SS. SALVATORE, COLLEGIATA (Salita Collegiata, 4)
Le origini sono a metà Cinquecento, quando l’arcivescovo Alessandro Farnese fonda una Collegiata di canonici secolari nel quartiere Carrubella. L’artefice della chiesa chiamata subito dal popolo “la Collegiata” è però l’arcivescovo Girolamo Venero che conferma il Collegio dei canonici, avvia importanti interventi strutturali e istituisce la festa che ogni anno nei primi tre giorni di maggio onora il Crocifisso. Il percorso della processione del tre maggio viene definito dallo stesso arcivescovo Venero.
La chiesa è riccamente decorata, il simulacro del S.S. Crocifisso, sopra l’altare, è riconducibile alla scuola dello scultore Antonello Gagini. Agli inizi del ‘700, sull’abside esterna del santuario viene realizzato un pannello in maiolica di 50 mq circa, il più grande nel suo genere in Italia: raffigura il Crocifisso che veglia su Monreale, ai suoi piedi è riprodotto il profilo del Duomo.
CHIESA DI SAN VITO (Largo San Vito)
Precede la costruzione del Duomo: siamo nella parte alta di Monreale, dove tra il XII e il XIII secolo attorno a questa chiesa normanna a croce latina, con tre navate ma priva di un disegno architettonico per la sua facciata, si sviluppa l’omonimo e periferico quartiere, povero. In questa chiesa viene sepolto Antonio Veneziano, il più importante poeta del Cinquecento siciliano, e a fine ‘600 vi ha sede la confraternita dei fornai e dei mugnai. Nel corso dei secoli il primo impianto normanno dell’edificio ha subito diversi interventi, l’ultimo restauro risale al 1985. La chiesa è aperta al culto.
CHIESA DELLA MADONNA DELL’ORTO (via Miceli, 106)
Risale al 1619, quando il canonico Pietro Castagna la fonda in un giardino dove esisteva una cappelletta con l’immagine della Madonna, nel quartiere Bavera: alcune donne vanno ad abitare nelle case vicine come se fossero le celle di un monastero e utilizzano il giardino come chiostro, ma anche come orto per la cucina visto che una piccola sorgente garantisce l’acqua.
Per volontà dell’arcivescovo Girolamo Venero la chiesa viene ingrandita e affidata ai canonici della Collegiata; alla fine del ‘600 è arricchita con pitture e stucchi di scuola serpottiana che la rendono un piccolo, affascinante scrigno barocco quasi celato da una facciata dimessa, inglobata nell’edilizia della via su cui si affaccia.
SANTUARIO DELLA MADONNA DELLE CROCI (via Madonna delle Croci)
L’imponente santuario dedicato a Maria SS. Addolorata al Calvario delle Croci venne costruito nel 1815, su progetto dell’architetto Nicolò Puglia, dove sorgeva l’ultima stazione della monumentale Via Crucis. La chiesa è stata edificata sulle pendici del monte Caputo ed ha il suo pregio più grande nelle terrazze-belvedere che lasciano spaziare lo sguardo su Monreale e sul Golfo di Palermo. All’interno si può ammirare una grande tela di Francesco Manno posta sopra l’altare, che rievoca l’apparizione dell’Addolorata a un giovane monrealese.
CHIESA DI SAN FRANCESCO (via Antonio Veneziano, 89)
Edificata nel 1610 e successivamente ampliata, la chiesa ha tre navate con copertura a volta, lo stile prevalente è quello barocco ed è dedicata al culto dell’Immacolata. Nel secondo Seicento è stata sede della congregazione dei barbieri che, almeno per il popolino, fungevano anche da dottori: è rimasta traccia di questo periodo, nella chiesa si conservano le statue lignee dei gemelli martiri Cosma e Damiano che venivano venerati come protettori di medici e chirurghi. In seguito vi ebbe sede la congregazione dei maniscalchi. Da notare la cantoria che ospita l’organo, sopra il portone d’ingresso.
CHIESA DELLA MADONNA DELLE GRAZIE (via Casa Santa, 31)
In paese è chiamata “Casa Santa” perché in origine è stata sede della Congregazione dei Frati Cappuccini. Si trova nel quartiere Bavera, è stata edificata nel 1703 su una preesistente chiesetta fuori le mura. Ha un’unica grande navata con abside rivolta a Oriente; fra le cappelle laterali interne, è da notare a sinistra l’altare di San Francesco con l’artistico tabernacolo di fine Seicento; ai lati ci sono dodici piccoli quadri con apostoli, attribuiti alla scuola del monrealese Pietro Novelli.
La chiesa è stata restaurata più volte e l’edificio ha purtroppo perso i decori tipici dello stile barocco. Oggi dipende dalla parrocchia della Cattedrale ed è aperta al culto.
CHIESA DI SAN CASTRENSE (Piazza San Castrense, 5)
E’ l’unico elemento architettonico superstite di un complesso monastico edificato nel 1499 per volere dell’arcivescovo Giovanni Borgia, che vi fonda il monastero femminile di clausura di San Castrense (dell’Ordine benedettino). La chiesa ha impianto rettangolare ad una sola navata, viene restaurare nel Seicento dall’arcivescovo Venero. Nelle pareti laterali ci sono cappelle cieche ornate con altari in marmo intarsiati e archi decorati con stucchi di scuola serpottiana. Sopra l’altare è collocata la “Madonna del popolo in Gloria” di Antonio Novelli (1602), padre del più famoso Pietro.
Nel presbiterio si nota il grande altare barocco; nel 1950 i lavori di ristrutturazione hanno danneggiato i decori, ma ancora lungo le cappelle laterali si succedono statue e dipinti. Nella parte superiore della navata di destra sono visibili le finestre in ferro dorato lavorate a petto d’oca, da cui le monache di clausura partecipavano alle sacre funzioni. L’ingresso è sovrastato da un coro ligneo del Settecento.
CHIESA DI MARIA SANTISSIMA DEL CARMINE (via Carmine, 78)
Si trova nel quartiere del Carmine un tempo chiamato “Giardino della corte” perché vi abitavano i dignitari della corte arcivescovile. E’ stata edificata nel 1560 per volere dell’arcivescovo Alessandro Farnese e ceduta ai Carmelitani che accanto vi costruirono il loro convento. Dopo l’Unità d’Italia il convento e la chiesa sono diventati proprietà dello Stato.
La chiesa ha pianta rettangolare con tre navate. La facciata principale, rifinita a intonaco, è incorniciata da lesene che evidenziano le parti strutturali dell’edificio; al centro, il portale d’ingresso è in asse col campanile. La grande tela sull’altare, una Madonna del Carmelo col Bambino, risale al 1600 ed è firmata da Pietro Antonio Novelli.
CHIESA DI MARIA SANTISSIMA DELL’ODIGITRIA (corso Pietro Novelli, 5)
Chiusa da molti anni, si trova nel quartiere Carmine e in pase viene chiamata la “chiesa dell’Itria”. Venne edificata a fine Cinquecento probabilmente da immigrati greco-albanesi e dedicata alla Madonna “Odigitria”, ovvero “colei che indica la via”: il culto, di origine bizantina, è legato a un’icona che un tempo si trovava nella stessa chiesa e oggi è custodita al Museo Diocesano. La facciata molto semplice che si affaccia su una piazzetta nel cuore del centro storico, contrastava con la ricchezza dell’interno, decorato con stucchi del Serpotta e affreschi.
Nel 1646 in un’area della chiesa venne edificato l’Ospedale di Santa Caterina, che con bella facciata barocca si affaccia sulla via Pietro Novelli: oggi ospita il Fondo moderno della biblioteca comunale “Santa Caterina” e l’archivio storico comunale intitolato allo storico monrealese Giuseppe Schirò.
CHIESA DI SAN GIUSEPPE (piazzetta Vaglica)
Viene edificata a partire dal 1635 come chiesa di San Giuseppe dei falegnami, è sede della confraternita dei falegnami ma anche di altre congregazioni laiche come i sarti, i calcinai e i pastai. Il suo impianto originario era a croce greca con tre navate separate da colonne; nella seconda metà del secolo XVIII la chiesa viene ristrutturata e ampliata, il particolare più insolito è l’inserimento della cupola al centro della navata maggiore. La facciata è neoclassica, divisa in due parti con un originale disegno che nella parte superiore, in una nicchia sotto la loggia campanaria, colloca il simulacro di San Giuseppe. La chiesa è stata restaurata nel 2015 ed è aperta al culto.
CHIESA DELLA SANTISSIMA TRINITÀ (via Roma)
La chiesa è annessa al Collegio di Maria che, fondato nel 1724 da due fratelli, il canonico Lorenzo Greco Carlino e l’arciprete Alberto Greco Carlino, è il primo di molti analoghi collegi creati in Sicilia per l’istruzione delle fanciulle. La chiesa venne consacrata nel 1738 alla SS. Trinità e anche il nuovo re Carlo III Borbone, incoronato a Palermo nel 1734, contribuì alla sua costruzione con una somma di denaro. E’ di notevole interesse che i fratelli Greco Carlino fossero aiutati da alcune suore, che si offrirono come volontarie per l’educazione delle ragazze in una scuola gratuita: sono le antenate delle suore che per alcuni secoli hanno mantenuto a Monreale il Collegio di Maria.
L’interno della chiesa è formato da un’aula ottagonale coperta da una grande cupola e scandita da quattro altari in marmi mischi simmetricamente disposti. Anche l’area del presbiterio e il tetto sono ottagonali, con otto finestre e otto dipinti nella vela sopra ogni finestra: il ripetersi della forma ottagonale vuole ricordare l’ottavo giorno della Resurrezione di Cristo, simbolo di vita eterna. Il prospetto della chiesa si affaccia sulla “Varanni”, la “Via grande” oggi “via Roma”, in pieno centro storico.
CHIESA DI SANT’ANTONIO ABATE (piazzetta Matteotti)
La chiesa sorge nel 1614 nella “contrada arangeorum”, dove c’era un giardino di aranci e viene affidata alla Compagnia dei Neri detta anche Compagnia dell’Orazione della Morte, attiva sino al principio del XX secolo. Era una congregazione particolare che, come altre sorte negli stessi anni in tutta Italia, legava la sua attività alle opere di misericordia e aiuto ai poveri anche col provvedere al funerale e al sostegno delle famiglie in lutto rimaste sul lastrico.
All’interno si conserva un dipinto di Pietro Antonio Novelli che raffigura “Sant’Antonio in gloria”, eseguita su commissione della Compagnia dell’Orazione e Morte. La chiesa è stata recentemente riaperta al culto.
CHIESA DI MARIA SS. DEL ROSARIO (via Antonio Veneziano)
Nella diocesi e nelle vicinanze di Monreale ci sono diverse le chiese intitolate alla Madonna del Rosario, che è una delle più importanti e tradizionali raffigurazioni in cui la Chiesa cattolica venera la Madonna. La chiesa della Madonna del Rosario di via Antonio Veneziano fu costruita nel primo ‘700 dalla Compagnia del Rosario, che prima di allora aveva avuto la sua sede nell’orfanotrofio della Badiella che esisteva nel quartiere Carrubella,
All’interno si trova un grande affresco raffigurante la Madonna che affida un rosario a San Domenico.
Il Duomo di Monreale è una meraviglia architettonica di stile romanico-latino-normanno-bizantino: è semplice, maestoso e severo. Racchiude una grande profusione di ricchezze, i mosaici su fondo d’oro avvolgono la fabbrica interna per più di seimila metri quadrati…
Il Chiostro dei Benedettini era parte del convento ed è uno dei chiostri più importanti dell’area mediterranea, è il cuore di tutto il complesso abbaziale ed è un esempio bellissimo di architettura bizantina in Sicilia…
Per un paese tutto arrampicato alle falde del monte Caputo le fontane sono essenziali. È un paese che nella parte bassa ha tutta la ricchezza d’acqua del bacino del fiume Oreto, ma nella parte alta non ha sorgenti. E un arcivescovo del ‘700 addirittura decise di costruire un acquedotto per portare l’acqua nelle case dei monrealesi…
Nella Historia della chiesa di Monreale, pubblicata nel 1596 dall’arcivescovo Ludovico II Torres con lo pseudonimo di Gian Luigi Lello – suo segretario personale – leggiamo che Monreale era divisa in quattro parti. La prima e più antica, il Pozzillo, prendeva nome dall’acqua che scorreva…
Il primo nucleo della biblioteca “Santa Maria La Nuova” risale all’arrivo dei monaci che ricevettero molti privilegi da Guglielmo: fra le altre cose, l’abate fu elevato a dignità di arcivescovo e l’abbazia ebbe “libris et sacris vestibus argento et auro”…