I LUOGHI DI ANTONIO VENEZIANO E DI PIETRO NOVELLI
La storia di Monreale è intrecciata a quella di due illustri monrealesi, il poeta Antonio Veneziano e il pittore Pietro Novelli.
Antonio Veneziano nacque nel 1543 nel quartiere “Pozzillo”, che significa “piccolo pozzo” e che prende nome da una sorgente con antica fontana, posta sotto il piano stradale. Vicinissima alla fontana, una lapide annerita dal tempo ricorda il poeta chiamato dai contemporanei “il siculo Petrarca”.
Antonio Veneziano era figlio figlio del mastro notaro della Curia e pretore del paese, la famiglia è benestante. Studiò nel collegio dei Gesuiti a Palermo, a Messina e a Roma. Quando tornò a Monreale ebbe dissidi con i parenti e vita un po’ scapestrata, ogni tanto finiva in prigione. Ma lo stesso aveva ottimi rapporti con la Chiesa e nel 1575 l’arcivescovo Ludovico I Torres gli commissionò l’epigrafe per il nuovo monumento funebre di Guglielmo II; il poeta aveva buoni contatti anche col potere politico, nel 1577 fu il regista della solenne entrata a Palermo del nuovo viceré Marcantonio Colonna.
Nel 1578 Veneziano lasciò Palermo per andare in Spagna. Venne però catturato dai pirati, rimase ad Algeri per quasi un anno e durante questo periodo conobbe e divenne amico di Miguel de Cervantes, il futuro autore del Don Chisciotte, anch’egli prigioniero.
Tornò a Monreale ma qualche tempo dopo, sospettato di essere l’autore di un cartello contro la politica del viceré, venne imprigionato. Fu rilasciato e poi di nuovo rinchiuso quando comparve un nuovo cartello. Nell’estate del 1593 era confinato nel Castello a Mare di Palermo. Il 2 agosto rimase ucciso nello scoppio di un deposito di polvere da sparo, i resti vennero seppelliti nella chiesa monrealese di San Vito. La sua opera più importante è il canzoniere in siciliano “Celia”, che deve il suo titolo al soprannome della donna amata.
Su Antonio Veneziano la Pro Loco di Monreale ha realizzato un video:
https://www.youtube.com/watch?v=M6erAV8n920&t=8s
Pietro Novelli nacque a Monreale nel 1603 dal pittore Pietro Antonio Novelli, la cui tela “Madonna del popolo in gloria” è ancora oggi sopra l’altare della Chiesa di San Castrense. Già da ragazzo mostrò di avere talento, il padre lo fece studiare a Palermo, poi si recò a Napoli e Roma sempre perfezionando la sua arte. Ben presto divenne il pittore più richiesto del suo tempo, autore di numerosi dipinti che solo in parte sono conservati nel nostro territorio.
Alcuni grandi dipinti si trovano a San Martino delle Scale: nel 1629 nella volta del refettorio dipinse l’affresco “Daniele nella fossa dei leoni”; nel 1635 realizzò una grande tela raffigurante San Benedetto che offre la regola agli ordini monastici e cavallereschi. Lo stesso tema venne sviluppato per il monastero benedettino di Monreale: il grandioso quadro realizzato per il refettorio si può ammirare sullo scalone del Complesso monumentale Guglielmo II.
L’attività pittorica del Novelli è documenta a Monreale anche nella chiesa dell’Odigitria e nella chiesa del quartiere Carmine. Al Museo diocesano è esposto il suo ”L’angelo custode”, tela commissionata nel 1639 dal monrealese Consolato dei mestieri e proveniente dalla Chiesa della Madonna dell’Orto.
Su Pietro Novelli la Pro Loco di Monreale ha realizzato un video:
https://www.youtube.com/watch?v=Y4c-1Sl7rtA
Nella bottega di Pietro Novelli lavorava anche la figlia Rosalia, una delle pittrici più importanti della sua epoca ma di cui ben poco si conosce. Anche su Rosalia Novelli la Pro Loco di Monreale ha realizzato un video:
https://www.youtube.com/watch?v=uNo2cTTlLjY&t=46s
Qui una mappa interattiva alla scoperta di questi due personaggi monrealesi:
Lo stradone di Mezzomonreale fu tracciato nel 1583 dal viceré Marcantonio Colonna, che aveva così prolungato l’asse del Cassaro fino al villaggio della Rocca, ai piedi di Monreale, facendone anche la prima strada pubblica alberata…
L’arcivescovo di Monreale era signore spirituale e temporale della sua diocesi, che era la più grande e ricca diocesi di Sicilia: al momento della fondazione la chiesa fondata dal normanno Guglielmo II aveva ricevuto ben 72 feudi e osservare alcuni momenti di una storia così importante ci permette di conoscere meglio le nostre radici…