Casa degli artisti San Lorenzo
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“Giunta la colonna Meckel al trivio della Ficuzza, il guardiano di quel sito reale, confermò le notizie che già si sapeano, cioè che Garibaldi era disceso verso Marineo, e che Orsini avea presa la via de’ monti. Meckel si mostrò indeciso di seguire la marcia di Garibaldi, perché avea un desiderio matto di impadronirsi degli innocui cannoni di Orsini. Chiamò a consiglio i capi de’ battaglioni, ed in mezzo alla strada si pose con essi a ragionare: io mi trovavo presente, ed eravamo forse allo stesso luogo ove Garibaldi avea tenuto pure consiglio.
Il Meckel era di opinione che si dovesse inseguire Orsini, per togliergli i cannoni, e distruggere le torme rivoluzionarie da lui condotte, le quali avrebbero potuto divenir pericolose lasciandole alle spalle. Non temeva della marcia di Garibaldi sopra Palermo, perché sarebbe stata sufficiente la brigata Colonna che si era distaccata da noi per attenderlo all’entrata di Palermo, e stritolarlo. Bosco gli fece osservare che Palermo si leverebbe a rivoluzione al comparire di Garibaldi; che la vera guerra sarebbe colà ove fosse costui; che fosse necessità di guerra inseguirlo, ove occorresse entrare in Palermo combattendolo alle spalle. Che le bande Orsini, ed i suoi cannoni fossero un affare di pochissimo momento, potendosi tenere a segno con mezzo battaglione distaccato dalla nostra brigata, e che si scioglierebbero immediatamente all’annunzio della disfatta di Garibaldi. A questo parere del Bosco fece eco il capitano di Stato maggiore Luvarà. Meckel volle eseguire il suo progetto dicendo: “prenderò tutto su di me”. Questo sbaglio enorme del Meckel fu una delle principalissime cause del trionfo della rivoluzione cosmopolita. Ed è da osservare che, a quel trivio ignorato, per ben due volte si decisero i destini della rivoluzione mondiale..
(Giuseppe Buttà, Un Viaggio da Boccadifalco a Gaeta)
Per l’aspetto naturalistico e paesaggistico, questa è una delle tappe più interessanti, in buona parte su sterrati e sentieri della riserva di Ficuzza. Il percorso è per un primo tratto di sterrato comodo (km 2,7), poi si svolta a destra per un sentiero un po più impegnativo sino al Pulpito del Re. Proseguendo sino al Lago del Riccio il sentiero è in buona parte comodo ad eccezione del breve tratto prima di arrivare al laghetto che attraversa una zona umida che può essere un po’ fangosa nei periodi successivi a piogge intense. Dal laghetto si continua a salire per un po’sino a un comodo sterrato. Da li il percorso prosegue su sterrati immersi nel bosco, di tanto in tanto si costeggiano rupi suggestive affacciandosi su verdi valli silenziose. Importante la piccola deviazione per il Rifugio non gestito Capreria se ci si vuole dissetare. Il tratto finale è una discesa asfaltata che conduce a Mezzojuso costeggiando campagne dal sapore antico.
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